venerdì 7 dicembre 2012

La storia del lupo


Mi soffermo oggi sulla copertina del numero 21 di Zagor Repubblica, dal titolo “Negli artigli del mostro”.

La storia originalmente apparve su Zagor nr. 49 (“L’uomo lupo”) e prima ancora nell’edizione a striscia, il volumetto nr. 53 della “collana lampo” che, curiosamente, riportava lo stesso titolo di Repubblica di oggi.

Per la copertina, una delle più belle ed evocative della serie, Ferri scelse per una inquadratura classica, con l’eroe in primo piano ed il mostro, minaccioso, sullo sfondo alle sue spalle. La già molto bella copertina dell’edizione a striscia venne riproposta anche per l’edizione in formato “gigante”, e qui si optò per mantenerne inalterata l’inquadratura, ritoccando solo leggermente le posture di Zagor (il braccio sinistro, in particolare) e del mostro, che appare leggermente dimagrito. Per ovvie ragioni, dovute al passaggio dal formato a striscia (a sviluppo orizzontale) a quello “bonelliano” gigante, che si sviluppa maggiormente in verticale, ecco che all’eroe spuntano inoltre le gambe (l’inquadratura precedente si fermava a poco più del mezzobusto) e tutta l’inquadratura risulta più ravvicinata, per effetto della riduzione di spazio in orizzontale attorno alle due figure.

E veniamo alla cover di Repubblica… qui l’inquadratura scelta muta ancora, si decide di “spingere” un poco sullo sfondo i personaggi e di allargare la scena, arrivando a proporre una via di mezzo fra la cover originale e quella gigante. E a Zagor spuntano anche i piedi! Ce ne sono voluti di anni, ma siamo infine arrivati alla figura intera. 
Altri ritocchi riguardano l’estensione del paesaggio sullo sfondo sia sulla destra che sulla sinistra, nonché in alto, con il completamento dell’albero, mentre per la parte bassa, a parte le gambe di Zagor, si opta per una bella campitura nera che riempie senza dettagliare nulla. Per contro qualcosa viene eliminato: il tratteggio introdotto da Ferri per riempire il cielo (senza annerirlo completamente), viene sacrificato. A mio avviso questo comporta una leggera perdita di drammaticità della scena, accentuata dalla colorazione fin troppo chiara scelta (siamo passati da un notturno ad un tramonto, direi, a dispetto della luna piena gigante visibile nel cielo). Anche la posizione della luna, ora leggermente più centrale, riduce un minimo l’effetto drammatico della scena. Per bilanciare la ridotta drammaticità viene in aiuto la nebbiolina in primo piano, più marcata e visibile di quella dell’edizione originale, e la modifica della stessa in cielo (la striscia azzurra più in basso viene eliminata e se ne aggiunge una in alto, alla sommità della luna, che purtroppo poi scompare nel nulla).
Complessivamente la cover mantiene il suo fascino, ma perde il confronto con quella originale, almeno a mio avviso.

Vi propongo in ogni caso le tre versioni della cover per permettervi di giudicare:










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