Questa volta prendiamo in esame
le cover di tre recenti riproposte della collezione storica a colori di “Repubblica”,
che ristampa cronologicamente le avventure dello Spirito con la Scure.
Nel primo caso, Zagor Repubblica
nr. 49 – “Il sangue degli innocenti” – vediamo come, per far spazio alla
scritta “Zagor” in alto, il patibolo si è rimpicciolito ed allontanato rispetto
alla collocazione originariamente datagli da Ferri per la copertina del volume
Bonelli originale. Per lo stesso motivo anche la collocazione della luna, raffigurata
dietro al patibolo, ha dovuto cambiare di posizione. E’ stato parzialmente
rifatto anche il tratteggio che ombreggia il cielo e, se guardiamo bene, sotto
i tre cowboys presenti a destra, è stata aggiunta l’ombra di Zagor, che adesso
arriva fino a terra, anziché scomparire dopo il primo scalino.
Nel caso del numero precedente
invece, il 48 intitolato “La legge della violenza” assistiamo ad una “evoluzione”
che rispecchia anche il cambio dei tempi e dei gusti. Nell’originale di Ferri (Zagor
Zenith 120 – “Arrestate Billy Boy!”) l’inquadratura è diversa, Zagor è “schiacciato
verso la parte alta della scena (Per lasciare lo spazio per il titolo) e il suo
avversario appare più vicino e minaccioso. Ma è soprattutto nella colorazione
che troviamo le differenze più gustose. Nell’originale infatti ritroviamo un
sole rovente, come già visto sulla copertina di “Terre bruciate” che accende di
toni arancioni la scena. Nella ristampa “Tutto Zagor” tutta la scena viene
abbassata, vediamo una parte maggiore di finestra e Zagor è maggiormente
centrato. Tutto lo sfondo, infine, viene colorato con un giallo molto piatto e
banale. Delle tre colorazioni proposte senz’altro è la soluzione più brutta. La
soluzione scelta per “Repubblica” evolve ancora: stessa inquadratura del “Tutto
Zagor” ma ulteriore allontanamento della scena, vediamo ora una porzione di
tetto (del tutto assente dalla prima e seconda versione), Zagor ed il suo
avversario si sono fatti più piccoli ed è comparsa una porzione di terreno sull’estrema
sinistra, (oltre i segni delle ruote dei carri). Il cielo adesso è proposto in un
altro momento della giornata (a giudicare dalla luce del tutto diversa) ed,
infine, il cavallo ha cambiato colore. Forse, dopo tanti anni in sella alla
stessa bestia, il cattivo con il fucile puntato ha sentito l’esigenza di
cambiarla…
Ed infine l’ambiente, una delle
cose a cui noi tutti dovremmo tenere di più… ed infatti sulla cover del numero
47 di Zagor Repubblica “Le furie gialle” ecco spuntare degli alberi. L’imponente figura del Samurai e lo Zagor in primo piano
riempivano completamente lo spazio disponibile nella copertina originale, dando
un senso di drammaticità ed urgenza alla scena. Qui, l’esigenza di avere dello
spazio in alto da destinare al logo, obbliga invece a rimpicciolire le due figure,
rendendole un po’ meno protagoniste. Ed ecco quindi spuntare un paio di pini
sulla destra e qualche roccia, sia a destra che a sinistra, per riempire un po’
la scena. Che però, a mio avviso, perde comunque il confronto con l’originale,
dove anche lo spazio lasciato bianco contribuiva ad acuire la tensione.
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