martedì 22 gennaio 2013

Evoluzione di una copertina


Questa volta prendiamo in esame le cover di tre recenti riproposte della collezione storica a colori di “Repubblica”, che ristampa cronologicamente le avventure dello Spirito con la Scure.




Nel primo caso, Zagor Repubblica nr. 49 – “Il sangue degli innocenti” – vediamo come, per far spazio alla scritta “Zagor” in alto, il patibolo si è rimpicciolito ed allontanato rispetto alla collocazione originariamente datagli da Ferri per la copertina del volume Bonelli originale. Per lo stesso motivo anche la collocazione della luna, raffigurata dietro al patibolo, ha dovuto cambiare di posizione. E’ stato parzialmente rifatto anche il tratteggio che ombreggia il cielo e, se guardiamo bene, sotto i tre cowboys presenti a destra, è stata aggiunta l’ombra di Zagor, che adesso arriva fino a terra, anziché scomparire dopo il primo scalino.




Nel caso del numero precedente invece, il 48 intitolato “La legge della violenza” assistiamo ad una “evoluzione” che rispecchia anche il cambio dei tempi e dei gusti. Nell’originale di Ferri (Zagor Zenith 120 – “Arrestate Billy Boy!”) l’inquadratura è diversa, Zagor è “schiacciato verso la parte alta della scena (Per lasciare lo spazio per il titolo) e il suo avversario appare più vicino e minaccioso. Ma è soprattutto nella colorazione che troviamo le differenze più gustose. Nell’originale infatti ritroviamo un sole rovente, come già visto sulla copertina di “Terre bruciate” che accende di toni arancioni la scena. Nella ristampa “Tutto Zagor” tutta la scena viene abbassata, vediamo una parte maggiore di finestra e Zagor è maggiormente centrato. Tutto lo sfondo, infine, viene colorato con un giallo molto piatto e banale. Delle tre colorazioni proposte senz’altro è la soluzione più brutta. La soluzione scelta per “Repubblica” evolve ancora: stessa inquadratura del “Tutto Zagor” ma ulteriore allontanamento della scena, vediamo ora una porzione di tetto (del tutto assente dalla prima e seconda versione), Zagor ed il suo avversario si sono fatti più piccoli ed è comparsa una porzione di terreno sull’estrema sinistra, (oltre i segni delle ruote dei carri). Il cielo adesso è proposto in un altro momento della giornata (a giudicare dalla luce del tutto diversa) ed, infine, il cavallo ha cambiato colore. Forse, dopo tanti anni in sella alla stessa bestia, il cattivo con il fucile puntato ha sentito l’esigenza di cambiarla…



Ed infine l’ambiente, una delle cose a cui noi tutti dovremmo tenere di più… ed infatti sulla cover del numero 47 di Zagor Repubblica “Le furie gialle” ecco spuntare degli alberi. L’imponente figura del Samurai e lo Zagor in primo piano riempivano completamente lo spazio disponibile nella copertina originale, dando un senso di drammaticità ed urgenza alla scena. Qui, l’esigenza di avere dello spazio in alto da destinare al logo, obbliga invece a rimpicciolire le due figure, rendendole un po’ meno protagoniste. Ed ecco quindi spuntare un paio di pini sulla destra e qualche roccia, sia a destra che a sinistra, per riempire un po’ la scena. Che però, a mio avviso, perde comunque il confronto con l’originale, dove anche lo spazio lasciato bianco contribuiva ad acuire la tensione.

lunedì 14 gennaio 2013

Speciale SARIA: Vol. 1: LES TROIS CLÉS e Vol. 2: LA PORTE DE L'ANGE ed. Delcourt (Francia)


Oggi voglio parlarvi di una serie cartonata (giunta attualmente al secondo volume) che mi ha particolarmente colpito, oltre che molto favorevolmente impressionato.

Ai testi una garanzia: Jean Dufaux, sceneggiatore belga molto famoso ed apprezzato autore di serie come  “Jessica Blandy” e “Santiago” (con disegni di Renaud), “Giacomo C.” e “Beatifica Blues” (con Griffo), “Rapaci” (con Enrico Marini, una delle serie di maggior successo) e “Djinn” (con Ana Miralles) ma anche molti altri personaggi, alcuni dei quali purtroppo non pubblicati in Italia.
Scrittore versatile e coinvolgente, si adatta indistintamente ai vari generi, spaziando dal thriller, al romanzo storico (“Murena” illustrato da Philippe Delaby e “Crusade” illustrato da Philippe Xavier) , al fantastico (“L'impératrice rouge” per i disegni di Philippe Adamov,  “Ladri di Imperi”  disegni di Jamar Martin,  “Barracuda” illustrato da Jeremy e Niklos Koda, disegnato da Grenson), al western, senza mai perdere la sua innata predisposizione per la suspance.



La copertina dell'edizione francese e di quella spagnola


Il primo volume della serie, purtroppo disponibile per ora solamente in francese, con un’unica traduzione in spagnolo, è stato pubblicato inizialmente con il titolo di “LES ENFERS” (“LOS INFIERNOS” nell’edizione spagnola) ed è stato disegnato da Eleuteri Serpieri (maestro italiano dell’erotismo, creatore del personaggio Druuna) che le ha infuso il suo classico stile, elegante e dettagliatissimo, rendendolo un piccolo "gioiello" da accostarsi alla serie di opere che vede protagonista "Druuna" per taglio dei disegni e colorazione.



due tavole di Serpieri


Questo stesso volume,  originalmente edito con una copertina opera di Serpieri,  è stato ora ristampato con il nuovo titolo di “SARIA T.01: LES TROIS CLÉS” ed una nuova, più accattivante copertina, opera questa volta del romano Riccardo Federici.





 La copertina di Federici della nuova edizione


Proprio Federici, nel secondo volume, succede a Serpieri anche come disegnatore e, a mio giudizio, questo fatto rappresenta la svolta della serie.

Senza nulla togliere all’opera di Serpieri, le tavole disegnate da Federici per “SARIA T.02: LA PORTE DE L'ANGE” sono più dinamiche e accattivanti. Merito di disegni molto belli, ma soprattutto di una colorazione (fatta a mano) delicata e precisa, assolutamente da ammirare e riammirare.



La copertina di Saria 2 opera di Federici


Posto di seguito alcune tavole estratte dalla storia, invitando a visitare il blog dell’autore, http://riccardofederici.blogspot.it/  dove è possibile ammirare altre delle sue magistrali tavole.










“Saria 2: La porte de l’ange” è una storia piena di misticismo e mistero. La trama è costruita intorno alla figura di Saria, personaggio al quale è stato affidato il potere di aver il controllo della Porta dell’Angelo tramite le tre chiavi avute in eredità dal padre morente, nel primo episodio. Una porta che può mettere in comunicazione con il Paradiso, ma anche con l’Inferno. E che è vigilata da Galadriel, l’angelo della peste, che è pronto ad uccidere per proteggerne il segreto e tenerne per se i vantaggi.







Una delle tavole più affascinanti e spettacolari di Federici



Per Riccardo Federici,  artista autodidatta di Roma che oggi insegna anche presso la Scuola Romana dei Fumetti, questo fumetto (che segue “La madonna del Pellini” sempre pubblicato in Francia) è la consacrazione definitiva nell’Olimpo dei disegnatori di Fumetti. Un vero peccato che sia costretto a lavorare per editori esteri e ancora di più che l’opera non sia ancora edita in Italia, ma la lingua a mio avviso non dovrebbe scoraggiare gli appassionati. Poter ammirare la sua opera vale già da solo il prezzo del biglietto, e l’acquisto di questi due cartonati merita, anche se non si è in grado di comprendere il francese.

In attesa che qualche editore nostrano ci pensi, ovviamente.







giovedì 10 gennaio 2013

Carlos Gomez torna a disegnare Tex

Mentre si trova nelle edicole la lunga saga di Dago firmata Wood / Gomez contenente un omaggio a Giuseppe Verdi, riproposta in "Ristampa Dago", ecco, un po' a sorpresa, l'annuncio del gradito ritorno dello stesso Gomez sulle pagine di Tex.




Con la sceneggiatura di Mauro Boselli (una garanzia) ecco apparire nelle edicole, a partire dal prossimo 24 gennaio, "l'almanacco del west" ribattezzato "Almanacco Tex" (?) contenente "la pista dei fuorilegge" lungo episodio autoconclusivo per il quale alle matite (pennelli e computer) ritroviamo Carlos Gomez, dopo l'ottimo esordio nel "Texone" pubblicato lo scorso anno (errori nelle prime pagine a parte, come potete leggere in un vecchio post risalente a quel periodo).

Ecco due tavole in anteprima, appena pubblicate sul sito della Bonelli, che già invogliano alla lettura:




Il Tex di Gomez diventa leggermente più sicuro rispetto al Tex dell'esordio, ma è come sempre con la folla dei personaggi di contorno che Gomez si esalta, proponendo personaggi credibili, dettagliatissimi e profondi, che lo rendono riconoscibilissimo e unico (infatti i cavalli che tirano il carro sembrano presi di peso dalle pagine di "Dago"!)

Personalmente lo attendevo con ansia e, sapendolo di imminente arrivo nelle edicole, non vedo l'ora di poterlo leggere. Peccato solo che il classico formato Bonelliano non permetta di apprezzarne appieno la bravura ed il dettagliatissimo livello delle scene, come avvenuto nel "Texone" che vanta ben altra dimensione di pagina. Ma, nonostante questo, sono sicuro che il dinamismo delle scene (come ben visibile dalla piccola anteprima offertaci) varrà il prezzo del biglietto, così come sono sicuro che Boselli avrà sfruttato in pieno le qualità del disegnatore proponendogli situazioni studiate "ad hoc" per esaltarne le qualità!